Illusionismo

L'illusionismo è un'arte solitamente eseguita come forma di spettacolo di intrattenimento dove l'artista, comunemente detto mago o illusionista (ma sono usati anche prestigiatore ed il francesismo prestidigitatore), crea effetti apparentemente magici usando trucchi che possono essere fisici (solitamente meccanici ma anche chimici, idraulici, ottici) o psicologici.

Principi base

In generale, il compito dell'illusionista è quello di creare l'illusione di un accadimento magico nella mente dello spettatore. Lo scopo solitamente è quello di intrattenere lo spettatore generando in lui il sentimento di meraviglia. L'illusionista può associare al sentimento di meraviglia altri sentimenti, a seconda dello stile, come l'ilarità (mago brillante o comico) o perfino un vago timore (mago bizzarro o alcuni tipi di mentalisti).

Il fattore psicologico è dominante. Esistono illusioni realizzate esclusivamente con l'uso della psicologia (senza "trucco") ma non esistono trucchi che siano magici di per sè. Bisogna comunque che la mente dello spettatore sia preparata ad accettare il fenomeno a cui sta per assistere come magico.

Esistono due tipi di "effetti magici":

  • simulazione di effetti realmente impossibili
  • dimostrazione di effetti ritenuti impossibili

In pratica non è realmente importante ciò che l'illusionista fa, ma come lo spettatore vive l'effetto. Ad esempio è realmente possibile memorizzare in modo fulmineo grandi quantità di informazioni ma ciò non è ritenuto possibile dal senso comune. Un effetto che presupponga questa abilità verrà ritenuto magico anche se non lo è affatto.

L'illusionista studia la psicologia umana per trovare quelle falle attraverso cui può "introdursi". La principale falla, ad esempio, è quella del completamento logico. La mente, in pratica, date due azioni non consequenziali inferisce che debba esistere almeno una terza azione che porti dalla prima alla seconda. Come terza azione sarà scelta la più semplice disponibile. Se ad esempio la mano destra ha una pallina in mano mentre si avvicina alla sinistra e successivamente è la mano sinistra ad avere una pallina in mano, la mente inferisce che la pallina sia stata passata dalla destra alla sinistra. Il mago utilizza questa falla, per esempio, per trattenere una pallina nella destra (nascondendola) mentre la sinistra mostra un'identica palla che già aveva in mano.

Tutto ciò porta ad un altro principio base: la naturalezza. Perché un'azione "truccata" sia accettata come normale da uno spettatore essa deve essere eseguita in modo naturale, ossia deve mimare esattamente il movimento naturale cui essa si ispira. Nell'esempio della pallina, il primo allenamento del prestigiatore sarà di studiare il modo in cui egli è abituato a passare realmente una pallina da una mano all'altra. Dopodiché escogiterà un modo per fingere l'azione del passaggio in modo che la finta azione sembri, per quanto possibile, identica all'originale. Una grande parte di tutto ciò è demandata al timing, ossia alla tempistica e alla coordinazione con cui vengono eseguite le varie azioni. Solitamente si utilizzano movimenti fluidi e connaturati al ritmo naturale delle azioni del prestigiatore.

Un illusionista potrebbe (in caso limite) cercare di ottenere cose diverse dall'intrattenimento, come condiscendenza, gratitudine, soggezione, denaro e più in generale potere sulle persone. Gli illusionisti possono spacciarsi per "maghi": astrologhi, cartomanti, chiromanti, ecc., utilizzando tecniche proprie dell'illusionismo per esercitare la propria professione. Molti lo fanno per fornire comunque un tipo di intrattenimento che si basa sulla fede più o meno marcata del soggetto. Altri lo fanno in modo fraudolento.

Generi

Una prima grande distinzione tra i generi dell'illusionismo è che lo spettacolo dell'illusionista può essere parlato o muto, per esempio le grandi illusioni sono solitamente "mute" mentre sono "parlate" la cartomagia, il mentalismo... In generale l'illusionismo si divide in numerosi sottogeneri di seguito descritti.

Micromagia

La micromagia (close-up) si riferisce ad un tipo di prestidigitazione adatto ad essere osservato da una distanza ravvicinata. Comprende tutti quei giochi di carte, monete, palline di spugna ecc. che possono essere eseguiti a stretto contatto con il pubblico, anche se molti abili prestigiatori riescono a fare grandiosi spettacoli di micromagia in un palcoscenico con il pubblico anche a discreta distanza.

Cartomagia

La cartomagia utilizza le carte da gioco come strumento principale per produrre effetti magici. Può essere presentata in scena, in sala, in close-up, ecc. Può servirsi delle sole carte o anche di altri attrezzi, ad esempio monete, dadi e quant'altro. Il soggetto principale dell'illusione però deve essere comunque la carta da gioco.

Solitamente viene utilizzato un mazzo completo di carte francesi. Tuttavia la cartomagia spazia anche ad altri tipi di mazzi: regionali, come le carte napoletane (mazzo da 40), storiche (come i tarocchi), speciali (carte bianche, carte ESP, carte numeriche, carte alfabetiche, carte illustrate, ecc.). Le magie possono essere realizzate con l'intero mazzo o anche solo con un piccolo gruppo di carte (packet trick). I giochi di carte possono essere automatici (ossia non richiedere alcuna abilità manuale), semiautomatici, di destrezza (in cui la componente tecnica svolge un ruolo decisivo) e di manipolazione. Questi ultimi sono i più difficili da eseguire. Vengono esibiti solitamente in scena o in sala e classicamente consistono nell'apparizione, sparizione o trasposizione di carte (una, un ventaglio di carte o talvolta l'intero mazzo) fra le mani del mago. Un indiscusso maestro a livello mondiale dell'arte cartomagica manipolativa è certamente Silvan.

Mentalismo

Il mentalismo riproduce, con il suo stile e il genere di effetti scelti, i presunti poteri paranormali di medium, cartomanti e occultisti.

La differenza tra il mentalismo e gli altri generi risiede più nella presentazione che nei trucchi effettivamente usati. Il mago mentalista combina in vario modo trucchi classici per dare l'impressione di essere in grado di leggere nella mente del pubblico o di poter usare i suoi "poteri mentali" per influenzare il pensiero di chi gli sta davanti.

Si usa ulteriormente distinguere il mentalismo dalla magia mentale. Questa seconda è simile al mentalismo. Tuttavia mentre un mentalista crea numeri di solo mentalismo, un prestigiatore può inserire numeri di magia mentale all'interno di uno spettacolo più vasto. La differenza principale fra le due è l'impatto che viene generato nel pubblico. Un mentalista capace spesso mira a lasciare nel pubblico l'idea che alcune cose potrebbero essere reali, perfino se dichiara inizialmente che utilizzerà esclusivamente dei trucchi.

Alcune volte i trucchi usati sono gli stessi che in altri generi si accompagnano a presentazioni più tradizionali, ad esempio il mago mentalista può "forzare" una carta in modo da poter conoscere in anticipo la carta in mano allo spettatore. Un normale prestigiatore si avvantaggerebbe di questa informazione per rivelare la carta in qualche maniera magica, ad esempio facendola arrivare in una posizione decisa dallo spettatore. Oppure potrebbe adottare una presentazione di magia mentale fingendo di concentrarsi per leggere la mente dello spettatore e infine rivelare la carta nominandola, per poi magari farla apparire in punta delle dita.

Il mentalista invece non farebbe mai riapparire la carta. La carta è solo un mezzo per creare un effetto mentale: la telepatia. La telepatia, ossia la trasmissione del pensiero, non ha bisogno di qualcosa di materiale, come una carta, per realizzarsi. Il mentalista quindi cercherà di far dimenticare allo spettatore perfino l'esistenza di quella carta. Dapprima chiederà allo spettatore di prendere una carta (azione materiale su un mezzo materiale) e di pensarla intensamente. Successivamente ricorderà come lo spettatore abbia pensato una carta e di concentrarsi sul suo valore. Qui c'è già una magia: la sparizione del mezzo materiale. Si invita lo spettatore a dimenticare di aver preso una carta e si trasferisce l'esperienza sul piano puramente mentale. Nel prosieguo dell'effetto il mentalista chiederà allo spettatore di concentrarsi sul numero che ha liberamente pensato. E qui è stato compiuto l'ultimo passaggio: il mentalista ha trasformato nel ricordo dello spettatore la scelta forzata di una carta in una libera scelta mentale di un numero. Quando il mentalista (dopo opportuna recitazione di concentrazione, ecc) rivelerà questo numero, lo spettatore sarà fortemente colpito dall'accaduto e successivamente ricorderà ai conoscenti come un mago sia stato capace di leggere il suo pensiero. Differentemente, il ricordo che un mago mentale lascia nello spettatore è più simile alla convinzione che il mago sia riuscito a indovinare la carta scelta.

Come si può vedere, il mentalista è il mago che pone maggiormente rispetto ad altri l'accento sulla componente psicologica dei suoi effetti (che non vengono mai chiamati giochi) legandosi il meno possibile all'abilità manuale e ai trucchi troppo complicati. È per questo che spesso gli operatori dell'occulto si avvalgono di tecniche proprie del mentalismo per simulare fenomeni paranormali. La sola differenza è lo scopo.

Ipnosi

L'ipnosi in illusionismo è una simulazione dell'ipnosi terapeutica. Quest'ultima è tuttora considerata una parascienza poiché la scienza ufficiale non ne conferma in pieno la validità.

Molta gente è ancorata alla figura dell'ipnotista in grado di piegare al suo volere le persone dopo averle messe in uno stato di trance. Lo stato ipnotico (o di trance), in realtà, è uno stato molto comune. Quando ci si "incanta" persi nei propri pensieri, ad esempio, ci si pone volontariamente in uno stato di trance. Durante la trance ipnotica un soggetto è molto suggestionabile. Si possono cioè suggerire al soggetto determinate immagini, concetti, sensazioni ed egli sarà portato a ricrearle nella sua mente. Tuttavia un soggetto in trance si rifiuterà categoricamente di eseguire qualunque compito o azione contraria alla sua morale.

L'ipnotista da scena vuole realizzare uno spettacolo in cui dimostra non tanto le reali possibilità dell'ipnosi quanto piuttosto quelle più spettacolari, magari con un occhio proprio a quegli stereotipi che la gente crede veri. Si trova a dover affrontare quindi vari problemi come i seguenti:

  • indurre uno stato ipnotico in brevissimo tempo
  • far eseguire compiti talvolta imbarazzanti perché sottilmente ridicolizzanti
  • provocare sensazioni molto intense le cui reazioni siano immediatamente visibili anche allo spettatore seduto in ultima fila

Tutto ciò ha poco se non nulla a che spartire con l'ipnosi terapeutica: è quasi impossibile ipnotizzare istantaneamente un soggetto mai incontrato prima; è difficile che un soggetto ipnotizzato accetti di fare cose degradanti mentre raramente le reazioni emotive, sebbene molto potenti, sono visibili a distanza.

L'ipnotista da scena, dunque, non esiterà a ricorrere a trucchi ed accorgimenti vari che spaziano dalla oculata scelta del miglior soggetto possibile e del più semplice ed efficace effetto da realizzare fino ad arrivare all'utilizzo di compari che fingano di cadere in trance.

Spesso l'ipnotista utilizza gli stessi spettatori come compari, chiedendo loro (magari sottovoce) di assecondarlo in modo da divertire il pubblico. Se la scelta del soggetto è giusta ciò può portare a intrattenimenti di grande qualità.

Ovviamente un ipnotista non si limita solo alla scelta di compari. Un professionista del settore dispone di tutta una serie di effetti che sono realizzabili grazie a trucchi, illusioni ottiche, manipolazione verbale, ecc.